Italia dei Valori

Mantova

Il PIRELLINO MANTOVANO COMBATTE LA CRIMINILITA’ ORGANIZZATA A MANTOVA: GLI ACCATTONI

Mentre in Regione Lombardia si discute di legge quadro anti-mafia, a Mantova la polizia locale combatte il “vero” racket…gli accattoni “molesti”. Ma chi sono i veri deboli della città?

Lega-Pdl sfamano i più deboli accelerando l’approvazione dei 21 piani di lottizzazioni bloccati dalla giunta di centro sinistra. Hanno dichiarato una guerra, di fatto, “SENZA NEMICI” alle Moschee, che nessuno ne ha chiesto la costruzione e agli accattoni che non rappresentano il vero problema.

E sulla criminalità organizzata? Il Sindaco dice che sono gli Accattoni, mentre sugli arresti di ‘ndranghetisti avvenuti nel Mantovano dalla Procura di Reggio Calabria tra giugno e luglio tutto tace…La cultura dell’intolleranza è un ARMA di DISTRAZIONE di massa.

 

Riportiamo l’intervento di Benedetta Graziano, capogruppo IDV, sull’ordinanza Anti-accattonaggio emessa dal centro destra.

Egregi colleghi,

Tutti abbiamo letto l’ordinanza urgente emessa da questa amministrazione per togliere gli accattoni dalla strada: i più deboli.

Ma andiamo a vedere chi sono realmente i deboli in questa città. Per non inventarmi nulla voglio partire dal programma licenziato da quest’amministrazione la settimana scorsa. A pag. 15 si parla della tutela delle categorie più deboli, ma rimane da chiarire chi siano i PIU’ deboli in questa città:

-forse quelli con i quali la città si deve riconciliare?

-Forse quelli che continua ad incontrare il signor sindaco per renderli partecipi del consumo del territorio e di un business ad esso conseguente?

BRAVI, COMPLIMENTI! Ecco la filosofia: deboli con i forti e forti con i deboli!

E continuiamo, a pag. 53 si parla di povertà e disagio sociale, a pag. 69 di valorizzazione e promozione dell’accoglienza. Si disquisisce su tutto tranne di chi siano questi deboli, i poveri…ma i pochi mesi di governo di quest’amministrazione hanno svelato gli arcani:

-si tolgono dalla strada gli accattoni, addirittura quelli senza gambe, quelli che non possono reagire – nella tradizione di matrice lega-pdl chiamasi ACCATTONAGGIO MOLESTO-, è quello da eliminare e si dà da mangiare ai più deboli portando in consiglio comunale i 21 piani di lottizzazione ed in aggiunta, le compensazioni Lagocastello-piazzale Mondatori; questo invece è “l’accattonaggio” da sostenere! Ecco i veri deboli!

Ma passiamo alle osservazioni di carattere giuridico, c’è evidentemente un problema di legittimità. Le ordinanze prendono le mosse dall’art. 54 del T.U.E.L. modificato dall’art.6 del D.lg. 23 maggio 2008 (misure urgenti in materia di sicurezza pubblica).

La ratio originaria dell’art.54 è di affidare al Sindaco il compito di prevenire e risolvere situazioni di disagio con interventi eminentemente di carattere sociale e solo eccezionalmente di carattere repressivo.

La modifica introdotta dall’art. 6 attribuisce, in effetti, al Sindaco altri poteri, non in quanto esponente della comunità locale, bensì come rappresentante periferico del governo, “nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento”, e attraverso “provvedimenti anche con tingibili e urgenti al fine di prevenire pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana”.

E’ assai dubbio che a Mantova in questo momento ricorrano pericoli di tale gravità.

In ogni caso vi sono particolari condizioni in cui l’accattonaggio è considerato un reato, in primo luogo quando è praticato utilizzando minori o persone incapaci (la legge 94 del2009, parte integrante del cosiddetto “pacchetto sicurezza”, ha assai inasprito in tal caso le pene).

E’ peraltro del tutto evidente che l’accattonaggio davvero “molesto” sfoci in reati di estorsione e di violenza privata. Reati già previsti dal codice appunto.

Non si ravvisa dunque la necessità di speciali ordinanze: le leggi che individuano i reati e li sanzionano severamente ci sono. Produrre ordinanze che intendano andare oltre l’esistente desta molte riserve di legittimità.

Inoltre è un provvedimento inefficace sotto il profilo sanzionatorio, poiché vengono comminate sanzioni amministrative a persone prive di redditi dimostrabili e spesso gravemente indegenti di fatto.

Siete senza soldi e investite sulla cultura della violenza e intolleranza.

Nell’ultimo mese ne abbiamo sentite di tutti i colori. Niente moschee in città, donne con il burqa e via gli accattoni da strada.

Di fatto sono battaglie che sono destinate a rimanere senza nemici, questi finti problemi da voi elencati non hanno riscontro nella realtà mantovana.

La realtà è un’altra a Mantova: nessuno ha mai proposto di costruire una Moschea, difficilmente si vedono donne con il burqa così come i mendicanti. L’ennesima mistificazione!

Ma quello che più mi desta perplessità sono le dichiarazioni del Sindaco del 21 giugno 2010 a mezzo stampa: “non vogliamo combattere i poveri ma fermare il Racket delle elemosine, una vera e propria forma di criminalità organizzata”.

Eh, no signor Sindaco, lei paragona la criminalità organizzata agli accattoni!Questo è RACKET CULTURALE!

Ma lei sa cos’è la criminalità organizzata?

Dovrebbe sapere che il nostro territorio non ne è esente. Proprio nel mese di giugno-luglio-settembre 2010 in seguito a 52 ordini di custodia cautelare ordinati dalla procura di Reggio Calabria, nell’ambito dell’operazione “Cosa Mia”, ci sono stati 7 arresti anche nel Mantovano, 4 dei quali nella sola Curtatone. A Mantova si rifugiano i latitanti perché trovano aiuto e protezione da parte di chi è già qui e può contare sulle relazioni costruite nel tempo sul territorio.

Chiedo e chiediamo al Sindaco se non intenda farsi parte attiva a nome della comunità cittadina (che tra l’altro ha dato la cittadinanza onoraria a Roberto Saviano e intitolato a Peppino impastato un’ala della biblioteca Baratta) nel mostrare preoccupazione per il nostro territorio per quella che è la vera criminalità organizzata e NON i MENDICANTI!

Allora non si può difendere una donna Iraniana e contemporaneamente portar via accattoni senza gambe.

Il vostro RACKET CULTURALE fa  paura, e noi ci opporremo con tutte le forze.

L’intolleranza è un’arma di DISTRAZIONE di MASSA!

La guerra al più povero è una mera propaganda politica sulla pelle degli EMARGINATI.

Benedetta Graziano

Capogruppo IDV

Legge quadro antimafia in regione: intervento di Giulio Cavalli

Cavalli (Idv), in Lombardia non c’e’ piu’ posto per le infiltrazioni

By Staff Giulio Cavalli ⋅ ottobre 6, 2010
 Milano, 5 ott. (Adnkronos) – ”Il problema delle infiltrazioni mafiose in Lombardia non ha bisogno di allarmismi ne’ di sensazionalismi. Servono meno sedute straordinarie del Consiglio regionale e piu’ lavoro quotidiano”. Ad affermarlo e’ Giulio Cavalli, consigliere regionale lombardo dell’Italia dei Valori, durante il suo intervento in Consiglio straridnato convocato per dibattere di infiltrazioni della criminalita’ organizzata nella regione. ”Dobbiamo tutti riconoscere -continua Cavalli- che la criminalita’ organizzata riesce ad esistere laddove la politica le lascia spazio. Non si puo’ piu’ dire che le mafie in Lombardia non esistono perche’ si tratta di ormai di un sistema. Un sistema fatto sempre dalle stesse famiglie, dagli stessi nomi. Criminali che continuano a pascolare impunemente nel nostro territorio dagli anni ’60 ad oggi”. ”I 300 arresti del luglio scorso nel maxi blitz tra Lombardia e Calabria non ci raccontano solo che le mafie in Lombardia esistono, ma anche che sul nostro territorio ci sono migliaia di fiancheggiatori e ancora piu’ indifferenti. Ci raccontano di famiglie mafiose che, a torto o a ragione, sono convinte di sapere gia’ quali saranno i terreni dell’Expo mentre noi, all’interno dell’Assemblea lombarda, sappiamo poco o nulla. E una ‘ndrangheta che ritiene di essere piu’ avanti di un consiglio regionale e’ un allarme”.

6 ottobre 2010 - Posted by | Senza Categoria

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